11/04/2021

Sequestro CO2

Sequestro CO2 Le terre di zoè

“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”
San Francesco d’Assisi

Un nuovo comportamento sta prendendo piede, tra chi l’attenzione per l’ambiente la sente come una esigenza e non la sfrutta solo come uno slogan.
Si tratta di un sequestro, la cui accezione, per una volta, non è negativa ma assolutamente positiva per l’uomo, gli animali e l’ambiente. Parliamo di sequestro di carbonio, attuato mirabilmente dagli alberi. Alberi che in maniera autonoma e naturale, riescono a diventare spazzini dell’eccesso che l’uomo genera.
L’incremento nella produzione di carbonio, generato da diverse cause, richiede un intervento da parte di ognuno di noi nel variare le abitudini quotidiane. La direzione, necessaria e possibile, da seguire, è quindi, da una parte ridurre ogni tipo di emissione superflua e dall’altra tendere all’impossibile, attuando ogni soluzione utile per compensare quanto di negativo fatto in passato.
Un modo possibile per compensare le emissioni, è quello di piantare alberi, contribuendo così, a mettere in piedi un esercito di laboriosi soldatini che giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, grazie al lavoro del loro tronco, dei rami, delle radici e delle foglie, cioè la loro biomassa, incamerano quanta più CO2 gli è possibile, compatibilmente con la loro dimensione, età, conformazione e adattamento al sito in cui sono stati piantati. Ogni albero diventa una cassaforte di CO2 e solo quando l’albero perde la sua vita, la CO2 incamerata viene nuovamente rilasciata nell’atmosfera, come un’anima che esce dal corpo. E’ questo uno dei motivi per cui le piante devono essere tenute in vita il più possibile, affinché la loro missione di spazzini dell’aria possa essere portata avanti nel tempo.
Il ruolo delle piante non finisce qui. Sono anche loro multifunzionali, nel profondo, a specchio del ruolo assegnato dal legislatore alle aziende agricole. Si prestano come confortevole abitazione per insetti ed uccelli, che trovano rifugio per potersi sviluppare e perpetrare il loro ruolo, nell’ecosistema che li circonda.
Aiutare la biodiversità permette di conservare un patrimonio indeterminato di varianti e variabili che rende ogni essere vivente uguale solo a se stesso.
Le terre di zoè, nel suo piccolo, cerca di farsi fautore dei sani principi di rispetto dell’ambiente. Per questo motivo, abbiamo deciso di avviare un processo di sostituzione del frangivento “morto”, su un primo appezzamento di terreno, con un frangivento “vivo” e vitale come le piante. Ci apprestiamo quindi a piantare 660 piante di Cipresso Leyland, che nel giro di pochi anni inizieranno a prestare il loro ruolo di paladini, nella difesa dell’ambiente, oltre che di aiuto in azienda, per attenuare le raffiche di vento salmastro, provenienti dal vicino Mar Tirreno. La piantagione di Avocado, sarà così, mirabilmente protetta.

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